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Fauna Sarda

Grazie all'isolamento di cui ha goduto, Sardegna è un universo faunistico diverso e unico nel contesto italiano e europeo. La varietà e l'integrità degli ambienti naturali hanno permesso la conservazione di habitat adatti a ospitare una ricca e variegata fauna. L'origine ed evoluzione della fauna sarda sono legate ai fenomeni geologici, che hanno interessato l'isola dall'era terziaria, all'inizio del Miocene. Tra i discendenti di anfibi caudati, nell'isola sopravvivono, del periodo premiocenico, il tritone sardo l'euprocto e i geotritoni. Nel periodo del Miocene, invece, comparvero: il discoglosso la raganella, il rospo smeraldino, la lucertola tiliguerta, il gongilo, e la natrice viperina. Nel periodo del pliocene comparve il prolagus. Nel Quaternario penetrarono anfibi, rettili e mammiferi. Immigrarono i cervi giganti, l'elefante nano, l'ippopotamo e la bertuccia, tutti estinti.
Oggi nel territorio sardo vivono specie autoctone uniche che andremo ora a presentarvi, insieme alla specie comuni anche ad altre zone d'Italia.

 

Gatto sardo  (Attu areste)
Felis silvestris lybica sarda
Sarà decisamente difficile imbattersi in questo felino. Il gatto sardo frequenta gli ambienti marginali del bosco ed i prati che offrono buone possibilità per cacciare topi, conigli, bisce e piccoli uccelli. Il mantello presenta un colore di fondo e dei disegni.


Pipistrello (Cijiniu)
Rhinolophus euryale bla
Myotis Myotis Bech
Comuni a tante zone d'Italia, questi mammiferi insettivori hanno il patagio membrana tra l'arto superiore e quello inferiore come una vela che permette loro di volare. Un'altra famosa caratteristica è la capacità di emettere ultrasuoni come dei radar e di recepirne l'eco localizzando in questo modo ostacoli e prede.

Conillu (Coniglio selvatico)
Oryctolagus cuniculus L.
Diffuso in tutta Europa il coniglio selvaticoè simile alla lepre dalla  quale si differenzia per il fatto di essere più piccolo, di avere le orecchie e gli arti più corti e il muso arrotondato. Di colore grigio con sfumature gialle, si sta purtroppo estinguendo perché viene ancora oggi cacciato per le sue carni gustose.

Riccio (Errissone)
Erinaceus europeus L.
Anche il riccio è diffuso in tutta Europa, e non è difficile incontrarlo nelle campagne sarde. Mammifero insettivoro della famiglia Erinoceidi è lungo circa 30 cm ed notoriamente munito sul dorso di numerosi aculei. E' apprezzato dagli agricoltori per il fatto che si nutre di  insetti e vipere, che danneggiano i campi.

Lepre (Lepore)
Lepus capensis L.
Erbivoro lungo dai 50 ai 65 cm. con zampe e orecchie lunghi. E' cacciato dall'uomo e da altri animali predatori. Diffuso in tutta l'isola.

Volpe (Margiani)
Vulpes vulpes L.
Comune alla volpe presente nel resto d'Italia.
 

Cinghiale (Sirbone)
Sus scropha L.
Il cinghiale può raggiunge la lunghezza di 2 metri e al peso di circa 2 quintali. Il suo tronco è tozzo, robusto e con pelle spessa e resistente, è coperta da una lanugine bruna e da lunghe setole grigio - rossiccie con arti corti con 4 dita delle quali solo 2 poggiano a terra. Muso appuntito con zanne con il quale rimuove il terreno alla ricerca di tuberi, con grugno mobile e colloso; ha 44 denti, orecchie erette occhi piccoli. Vive nelle zone ricche di vegetazione, di acqua, nella quale ama tuffarsi e rotolarsi.
La femmina è molto combattiva e può essere pericolosa  anche per l'uomo. Essa può partorire da 2 a 12 piccoli. E' il mammifero selvatico più diffuso in Sardegna.

Donnola (Uccamele)
Mustela nivalis- Boccamela Bechst.
Mammifero carnivro che vive nei boschi e nelle campagne pianeggianti, dove si costruisce una tana nella terra o nella cavità degli alberi.

UCCELLI

Beccaccia (Beccaccia)
Scolopax rusticola
Della famiglia scolopacidi ha un lungo becco ed è dotato di un piumaggio che lo mimetizza col terreno. Vive in prevalenza nei boschi umidi di montagna e di pianura. Nidifica anche 2-3 volta l'anno. Si nutre di vermi e di insetti.

Passero (Campalini)
Passer domesticus
Presente da sempre nella nostra realtà italiana e anche sarda . Lungo circa 15 cm., ha piumaggio marrone, nero-grigio si nutre di semi e di insetti.

Cardellino (Cardallitta)
Carduelis Carduelis
Della famiglia dei  Passeriformi e imparentato con la famiglia Fringuellidi. Di colore grigio e rosso  e dal corpo piccolo, ha una fascia gialla sulle ali. Popola i boschi italiani e sardi soprattutto l'inverno.  Il suo nome deriva dalla sua predilezione per i semi di cardo che mangiano in gran quantità. Si nutre anche semi di varie piante ed insetti.

Cuculo (Cuccheddu)
Cuculu canorus
Presente in gran parte d'Italia, il cuculo ha il capo piccolo, piumaggio grigio-bianco nel maschio e rosso nella femmina. Tutti lo conoscono per il suo canto caratteristico e per l'abitudine che hanno le femmine di deporre le uova nei nidi degli altri uccelli i quali provvedono ad allevarli.

Gufo (Cucumeo)
Asio otus
Anch'esso presente in tutta Italia, il gufo comune è assai simile al gufo reale ma più piccolo è anch'esso provvisto di cornetti auricolari piuttosto lunghi.  Frequenta i boschi, dove si sposta in volo molto silenziosamente. Come si sa il gufo è un animale prettamente notturno e si nutre di insetti, di roditori di discreta taglia e di uccelli di taglia media e piccola. Nidifica nei nidi abbandonati dai corvi, e dai colombi, oppure sul terreno tra i cespugli delle campagne vicino al centro abitato.

Ghiandaia (Marapiga)
Garrulus glandarius
Simile a un passero, grande come un piccione, bellissimo piumaggio multicolore ma della famiglia Corvidi ,  vive nei boschi.


Merlo (Meulla)
Turdus merula
Il merlo animale schivo, comune in tutta Italia, è un uccello passeriforme della famiglia Turdidi lungo circa 24 cm, di cui 9 - 10 spettano alla coda; il maschio ha piumaggio nero, palpebre e becco giallo; la femmina ha piumaggio bruno e becco scuro. Depone 3 - 5 uova ad ogni covata. La sua dieta è fatta di insetti, vermi e frutti.

Rondine (Orrundili)
Hirundo rustica
Nome attribuito a varie specie di uccelli Passeriformi della famiglia Irundinidi. La rondine rustica, lunga circa 20 cm, con becco corto, ali lunghe e falcate, coda forcuta, piumaggio nero nelle parti superiori, bianco nelle inferiori.

Pernice (Perdixi)
Alectoris barbara
Animale apprezzato per le sue carni, di tipo galliforme, la pernice  è lunga circa 34 cm, ha ali arrotondate e corte come la coda, piumaggio abbondante bruno-grigio fulvo, con gola bianca e collare nero, arti, becco e zampe rosse.


Picchio rosso (Piccallina)
Dryobates maior
Della famiglia dei Piccidi, lungo circa 25 cm, con piumaggio nero - bianco e rosso, il picchio rosso è un uccello molto diffuso nelle campagne italiane. Si ciba di insetti e larve. Famosissimo il  suo richiamo sessuale dove percuotere il legno col becco producendo il caratteristico rumore. A volte  costruisce il proprio nido scavandoselo col becco.

Upupa (Pubusa)
Upupa epops
Lunga circa 30 cm, dal corpo ma elegante ma robusto, becco lungo e appuntito, piumaggio rossiccio con ali e coda a strisce bianche e nere un ciuffo di piume erettili sul capo.

Quaglia
Coturnix coturnix
La quaglia comune è appunto comunissima in tutta Italia, lunga circa 20 cm, dal il corpo tozzo, la testa piccola e dal piumaggio corto colore bruno - fulvo e biondo a strie. E' una selvaggina molto pregiata e perciò cacciata attivamente.

Barbagianni (Stria)
Tyto alba
Bellissimo è maestoso, il barbagianni è un uccello rapace notturno dell'ordine degli Strigiformi. Ha il petto, il ventre e la parte anteriore del corpo bianchi e il dorso bruno chiaro. Vive in genere nei vecchi edifici e non ha un vero e proprio nido. La sua dieta è fatta di topi e altri piccoli animali.

Colombaccio (Tidori)
Columba palumbus
Cacciato per le carni tenere e saporite, e diffuso soprattutto nei campi coltivati. Più grande rispetto alle colombe, ha forme eleganti e piumaggio grigio.

Tordo (Trudu)
Turdus viscivorus
Simile a un passero della famiglia Turdidi, lungo circa 20 cm. ha il corpo robusto allungato, e il piumaggio biancastro con macchie di colore brune.  Costruisce i suoi nidi sugli alberi, depone 4 - 5 uova ed ha una particolarità nel fatto che vive preferibilmente nelle vigne.

Tortora (Turtura)
Streptopelia turtur
Della famiglia Culumbidi e simile al colombo, ma con un corpo più piccolo e  arti più sottili e robusti. Apprezzata come selvaggina, facilmente addomesticabile.

RETTILI

Solo le tartarughe, fra tutti i rettili,  sono ufficialmente protette per una legge sarda del 1982, che vieta l'uccisione di cinque tipi di tartarughe : tre di terra e due di mare. Non esistono nell'isola rettili velenosi. Alcune specie prima erano molto diffuse nella zona. Oggi l'inquinamento dei ruscelli, collegati ad antiquatii scarichi fognari, assime all'urbanizzazione delle campagne e all'avversione immotivata verso questi animali, ne hanno decretato la diminuzione. Basti pensare al ruscelletto "Tostoinus" (tartaruga), chiamato così per la numerosa presenza, un tempo, di tartarughe d'acqua dolce.

Testuggine comune (Tostoino)
Testudo Hermanni (razza Robert mertensi Wen)
E' l'unica testuggine terrestre sicuramente autoctona dell'isola. Si distingue dalle altre specie per avere la punta della coda protetta da un astuccio corneo e per la presenza di due scudi sopracaudali. Il maschio, inoltre ha il piastrone inferiore fortemente concavo e la coda lunga e massiccia. Frequenta campagne aride e cespugliose. Si ciba di foglie, lombrichi e lumache. Il letargo invernale inizia verso ottobre e termina a marzo-aprile.

Tostoinu (Testuggine moresca)
Testudo Greca L.
Molto simile alla precedente per fisico e abitudini si distingue dalla precedente per un tubercolo conico nella parte posteriore della coscia.

Testuggine d'acqua (Tostoinu)
Emy orbicularis L.
Si riconosce subito per avere le dita ben visibili e unite tra loro da una membrana natatoria; il suo carapace è lungo più o meno 30 cm. Il piastrone del maschio è leggermente concavo. La coda, sia nel maschio che nella femmina è lunga circa la metà del carapace. Vive nelle acque ferme o a lento corso.

I Gekki (Pistijone)
I Geconidi sardi si distinguono immediatamente da tutti gli altri sauri per la presenza di speciali lamelle adesive sulla faccia inferiore delle dita. Frequentano muri delle case, ruderi e talora alberi. Erroneamente vengono ritenuti, dalle persone, velenosi; ma in realtà sono utilissimi perché si nutrono di insetti nocivi alle colture. Vengono chiamati gechi o tarantole.

Lucertole
Comunissime le lucertole si distinguono dai Geconodi per la mancanza di organi sottodigitali e dagli Scincidi per avere le squame della coda disposte ad anelli regolari. L'ibernazione ha luogo nei più vari rifugi, per lo più sotterranei.

Luscengola fienarola (Lisciavenu)
Chalcides ChalcidesL.
Comune in tutto il medditteraneo la lucertola fienarola è una specie serpentiforme, con arti ridottissimi, lunga al massimo 48 cm, che predilige le aree erbose e soleggiate di bassa e media altitudine; entità mediterranea occidentale presente un po' ovunque.

Lucertola campestre (Ajilestru)
Lacerta sicula Raf.
il maschio adulto può raggiungere i 25 cm. di lunghezza, la femmina depone circa 20 uova per volta. Si distingue dalla lucertola tiliguerta per avere la gola priva di macchiatura scura . In Sardegna è presente un po' ovunque.

Lucertola tiliguerta (Ajilestru)
Lacerta tiliguertaGM
Si distingue dalla precedente per il ventre verde a le macchie nere.

Gongilo ocellato (Sassalluga)
Chalcides ocellatus Forsk
Tozza e lunga al massimo 30 cm. Vive nelle zone soleggiate erbose o rocciose.

SERPENTI

Colubro sardo (Colovru)
Coluber hippocrepis L.
Specie di origine ibero-sardo, tozza e lunga al massimo sui 30 cm.  Vive ben soleggiate erbose o rocciose.

Biacco maggiore (Colovru)
Coluber viridiflavus Lac.
E' simile al colubro sardo con la differenza che può raggiungere la lunghezza di 2 metri.

Biscia natrice viperina (Pibera e abba)
Natrix maura L.
Non velenosa, come tutti i serpenti sardi, frequenta le acque ferme e correnti. La femmina, la cui lunghezza non arriva al metro è più grande del maschio.

Biscia dal collare (Pibera e sole)
Natrix natrix L.
Simile alla precedente è meno legata all'acqua, frequenta talora addirittura zone rocciose e aride. La femmina depone sino a un centinaio di uova per volta.

PESCI

Oggi resistono ancora le anguille e le trote in qualche ruscello non ancora inquinato dagli scarichi fognari: infatti questi pesci vivono in acque molto ossigenate e perciò la loro vita è ormai in pericolo.

Trota (Salmo trutta fario)
Lunga circa 25-50 cm, pesa in genere alcuni etti. La sua colorazione è molto variabile. Si nutre di larve, insetti, crostacei, molluschi, vermi e avannotti.

Anguilla (Ambidda)
Anguilla/Anguilla
Specie diffusa in tutta Europa, si ritrova nel mar dei Sargassi per riprodursi. Il suo corpo cilindrico è molto allungato ed è coperto di squame rudimentali posti sotto pelle viscida. E' dotato di piccole aperture branchiali che le permettono di sopravvivere per un certo tempo anche all'asciutto. L'anguilla abita di preferenza nei fondali fangosi.

 


 

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